Quello sulla sicurezza della e-cig è un argomento largamente dibattuto tanto in Europa quanto nel resto del mondo. Nata nel 2003 dall’idea del farmacista cinese Hon Link, come l’alternativa meno nociva alla sigaretta tradizionale, la sigaretta elettronica ha fatto capolino nel panorama commerciale europeo soltanto nel 2006 e, dopo un primo periodo di forte diffidenza da parte degli incalliti fumatori, il business è esploso a partire dal 2012.
Inizialmente, si è posta sul mercato come uno strumento di svago. Dispositivi dalle varie forme riempiti con e-liquid cioè liquidi per sigarette elettroniche aromatizzati in vari gusti, venivano impiegati quasi come un gioco per svapare in compagnia.
In seguito, però, il fenomeno ha iniziato ad attirare l’attenzione delle comunità mediche e scientifiche, che hanno cominciato ad approfondire gli studi riguardo gli effetti dello svapo contro quelli della sigaretta.
È indubbio che l’e-cig sia meno dannosa della bionda tradizionale. La sola modalità di funzionamento della prima rispetto alla seconda, infatti, fa la differenza.
Nella sigaretta elettronica viene meno il processo di combustione che è alla base dell’uso della sigaretta classica. Il tabacco è sostituito da un liquido aromatizzato che, a contatto con una resistenza elettronica, si riscalda ed evapora, producendo del semplice vapore acqueo.
Senza la combustione del tabacco e della carta che lo avvolge, il fumatore non introduce nell’organismo il catrame e tutte quelle sostanze nocive che si sprigionano con il fumo della sigaretta.
Benché diversi studi abbiano dimostrato la minore dannosità delle e-cig, è bene sottolineare che si tratta di dispositivi che in un certo senso possono essere equiparate alla sigaretta tradizionale e che permettono l’introduzione nel corpo della nicotina, sostanza tossica per l’essere umano e che crea dipendenza.
Per questo motivo si è ritenuta necessaria l’attuazione di una legge che ne regolamenti la commercializzazione e l’utilizzo, non solo dei dispositivi ma anche e soprattutto dei liquidi in essi contenuti, che sono quelli ad aver sollevato più dubbi.
Legislazione europea su sigarette elettroniche e liquidi: Cosa prevede la TPD
La TPD è una normativa europea che regolamenta l’uso e la commercializzazione dei prodotti del tabacco e che contengono nicotina.
È stata a lungo dibattuta dalla Commissione Europea e promulgata nel 2014 ma in Italia è divenuta attiva soltanto nel 2017, cioè quando anche le sigarette elettroniche e i liquidi sono diventati Monopolio di Stato.
Si tratta di un quadro normativo che permette di individuare i prodotti immessi sul mercato a norma di legge e fornire delle indicazioni in termini di sicurezza per il corretto utilizzo e consumo da parte degli utenti.
Cosa prevede il decreto? L’articolo 20 è quello che interessa le sigarette elettroniche e i liquidi.
Esso prevede che i prodotti, per essere venduti, debbano rispondere a determinati requisiti, essere conformi alla legge e notificati alle autorità competente 6 mesi prima che vengano messi in commercio.
Inoltre, tutti devono riportare:
- Denominazione e recapito telefonico del produttore o persona giuridica responsabile all’interno del territorio UE oppure, se previsto, di chi li importa nei paesi dell’Unione Europea;
- Elenco degli ingredienti e le percentuali utilizzate per la realizzazione dell’e-liquid e le emissioni che provoca la vaporizzazione di tali liquidi quando impiegati nella sigaretta elettronica;
- Dati tossicologici degli ingredienti, anche quando riscaldati, e delle emissioni dei prodotti, con particolare attenzione alle sostanze che vengono inalate e all’eventuale dipendenza che provocano;
- Informazioni sulle dosi di nicotina contenuta in ogni flacone di liquido o nelle cartucce di ricarica già pronte;
- Descrizione del prodotto, del suo funzionamento e delle sue parti compreso il meccanismo di apertura del serbatoio di ricarica, ove presente;
Regolamentazione dei liquidi per sigarette elettroniche
La normativa, poi, si concentra particolarmente sulla sicurezza per i consumatori quando si ha a che fare con liquidi che contengono nicotina, sostanza altamente tossica per l’essere umano e che può provocare ingenti danni anche solo con il contatto.
Nello specifico, il decreto fissa le quantità di prodotto per la vendita e i limiti massimi di nicotina che può essere contenuta nei liquidi in base al formato:
- I flaconi di e-liquid per ricarica non devono contenere più di 10 ml di prodotto;
- Le sigarette elettroniche usa e getta, cioè quelle che contengono dei serbatoi con cartucce già ricaricate, non possono contenere più di 2 ml di liquido;
- La nicotina contenuta nei flaconi da 10 ml non deve essere superiore a 20 mg/ml;
- I liquidi con nicotina non devono contenere alcuni ingredienti quali vitamine e additivi che diano l’impressione di apportare benefici, caffeina, taurina o altri stimolanti, coloranti, additivi che facilitano l’assorbimento di nicotina, sostanze cancerogene;
La normativa sottolinea in ogni suo punto quanto la qualità dei prodotti sia imprescindibile, sia per i dispositivi elettronici che per i liquidi.
Questi ultimi, infatti, sono quelli che hanno attirato maggiormente l’attenzione delle comunità medico – scientifiche e che hanno dato vita a pareri contrastanti.
Glicerolo vegetale, utilizzato anche nell’industria alimentare, glicole propilenico e aromi naturali costituiscono la formula base dei liquidi autorizzati per legge, ai quali può essere aggiunta o meno la nicotina.
La legge, quindi, contempla solo i prodotti che contengono ingredienti puri e che non sprigionano sostanze tossiche una volta scaldati.
Dagli studi, infatti, è emerso che la pericolosità di questi liquidi sta nella qualità degli ingredienti, che vengono poi introdotti nell’organismo per inalazione, una volta evaporati.
L’approfondimento del caso ha rivelato che i decessi sono stati causati dall’inalazione di sostanze tossiche o dall’utilizzo di ricariche di e-liquid di bassa qualità, acquistate in strada per pochi spiccioli.
Introduzione della TPD in Italia: cosa è cambiato?
L’adozione della normativa europea sulle sigarette elettroniche in Italia ha comportato delle novità nella commercializzazione di questi prodotti che andavano, in un primo momento, a svantaggio dei rivenditori e dei consumatori.
Nel 2018, quindi, si assiste ad una vera e propria battuta d’arresto nella vendita e nell’utilizzo delle e-cig tra i fumatori.
Nel momento in cui i liquidi sono entrati in possesso del Monopolio di Stato, al pari del tabacco, sono stati sottoposti ad una tassazione che ha fatto schizzare i prezzi dei prodotti alle stelle. Parliamo di un aumento di quasi 5 euro in più per singolo flacone.
La normativa italiana, inoltre, vietava la vendita delle ricariche nei negozi specializzati e online. L’acquisto era consentito solo nelle tabaccherie.
Ciò ha ovviamente generato un’ondata di polemiche tale che si è ritenuto necessario rivedere la norma e apportare delle sostanziali modifiche.
La legge emanata nel 2019, di fatto, ha abbassato notevolmente la tassazione sui liquidi e ha reintrodotto la possibilità di rifornirsi online in e-shop specializzati come Terpy.it, che in breve tempo è diventato un punto di riferimento sul web per la vendita di liquidi per sigarette elettroniche aromatizzati, sicuri e di qualità.