Interessi su Interessi nei Mutui: Quando le Banche Superano il Limite Legale

Quando ci si rivolge alla banca per la concessione di un mutuo è normale che a carico del contraente sia predisposto il piano di rientro della somma concessa, a cui si aggiungono gli interessi legali al tasso determinato dal mercato. Però ragioni diverse può capitare che gli interessi superino la soglia legale prevista dalle tabelle elaborate dall’organo di controllo e il contratto bancario si trova esposto ad usura e anatocismo bancario.

Manipolazione con ammortamento alla francese. Il tema della capitalizzazione degli interessi sugli interessi applicati dalle banche

Anche se l’applicazione del tasso usuraio prevede conseguenze di ordine penale, non è raro che la banca che ha elargito il finanziamento si ritrovi a manipolare il mutuo e ad applicare tassi giudicati usurai rispetto ai quali si può ottenere rimborso stando attenti a che la richiesta non cada in prescrizione. Anche la Corte di Cassazione si è espressa sulle dinamiche della manipolazione del mutuo e le richieste di rimborso sul tasso di interesse indebitamente pagato. Infatti, come vedremo più avanti, la Giurisprudenza ha più volte sanzionato le banche per pratiche scorrette relative all’arbitraria applicazione dei tassi di interesse come l’Euribor. Nei casi in cui sono convenuti interessi usurari, la clausola sugli interessi è nulla e non sono dovuti interessi ovvero è previsto il ricalcolo degli interessi secondo i tassi legali o quelli BOT.

Il regime composto applicato dalle banche al calcolo degli interessi. La rata composta da capitale, interessi e interessi sugli interessi. Ammortamento alla francese

In parole semplici, l’applicazione dell’ammortamento alla francese fa si che la rata sia costante alla stessa cifra nel tempo. Spesso però capita che gli interessi siano sempre calcolati non sul capitale residuo, ma sul capitale costante. Relativamente a questo calcolo, che è opportuno sia fatto da un consulente bancario, e a seconda delle fluttuazioni finanziarie delle banche centrali e delle variazioni dello spread, tutti fattori che influiscono sul tasso di interesse sul mutuo, quest’ultimo può venire a trovarsi fuori soglia e diventare usuraio. In questo e in altri casi che vedremo, siamo di fronte all’applicazione del regime composto sul calcolo degli interessi che è stato giudicato illegittimo, perché con questo regime la rata è composta dalla quota capitale, dagli interessi e dagli interessi sugli interessi.

In questi casi dimostrati tramite l’azione legale, la clausola sul mutuo è nulla e l’interesse è calcolato secondo i tassi legali o i tassi di rendimento dei BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, che sono molto bassi.

Casi di applicazione illegittima ai mutui bancari del regime composto nel calcolo degli interessi

Con diverse sentenze i tribunali italiani hanno stabilito che per i mutui bancari, l’applicazione del regime composto nel calcolo degli interessi è illegittima

Il Tribunale di Roma ha determinato che si ritiene un finanziamento usurario, quando includere nel calcolo del costo totale anche i costi “occulti” derivanti dall’uso del regime di capitalizzazione composta nell’ammortamento alla francese. Questo include il maggior onere dovuto all’applicazione di tale regime, considerato un costo occulto nel calcolo del Tasso Effettivo Globale Annuo (TEG). Se l’inserimento di questo costo porta il finanziamento a superare il tasso soglia, il mutuo è considerato gratuito, invalidando la clausola degli interessi pattuiti.

Un altro caso è stato determinato dal Tribunale di Cremona, che ha evidenziato come l’indicazione del TAN nei contratti, senza specificare il regime finanziario adottato, conduca a una sottostima dell’onere per il cliente. Tale pratica rende impossibile percepire la reale entità degli interessi generati dal regime composto rispetto a quello semplice, creando una discrepanza nel calcolo degli interessi effettivi. Questa situazione porta all’indeterminatezza delle clausole contrattuali sugli interessi, richiedendo un’interpretazione più chiara e precisa nell’accordo contrattuale.

Inoltre, la Corte di Appello di Bari ha stabilito che per garantire la determinatezza del tasso di interesse in un contratto, è necessario che sia specificato espressamente il regime finanziario adottato. La mancata specificazione del regime di capitalizzazione degli interessi rende nulla la clausola degli interessi per indeterminatezza. È richiesto quindi un adeguamento del piano di ammortamento al regime semplice e l’applicazione dei tassi BOT, evidenziando l’importanza della trasparenza e della corretta informazione al mutuatario riguardo il meccanismo di calcolo degli interessi.

A riprova di quanto detto, anche il Tribunale di Vicenza ha chiarito che il tasso di interesse in un contratto di finanziamento deve essere determinato o determinabile, sottolineando che la sola indicazione del TAN è insufficiente senza specificare il regime di capitalizzazione. Ha evidenziato le differenze tra capitalizzazione semplice e composta, concludendo che la mancata specificazione nel contratto rende la clausola degli interessi nulla. Di conseguenza, il piano di ammortamento deve essere adeguato utilizzando il tasso BOT e adottando il regime di capitalizzazione semplice.

Le sentenze analizzate mostrano una linea giuridica comune sull’importanza della trasparenza e specificità nei contratti di finanziamento, in particolare sulla necessità di esplicitare il regime di capitalizzazione degli interessi. La mancanza di questa specificazione porta alla nullità delle clausole relative agli interessi e alla rielaborazione dei piani di ammortamento secondo principi più chiari e equi. Questo rafforza il diritto dei consumatori a una completa comprensione del costo del finanziamento e sottolinea l’obbligo delle istituzioni finanziarie di garantire trasparenza e correttezza.