LA PRESCRIZIONE DEI DEBITI TRIBUTARI

I debiti tributari: un’introduzione

Sappiamo che ogni cittadino ha l’obbligo di pagare i propri debiti tributari per non incorrere in situazioni spiacevoli con il Fisco.
Esistono, però, dei casi in cui commettere questa inadempienza non è considerato un atto volontario, perché è scaturito – ad esempio – da dimenticanza o da imprevisti.
La prescrizione dei debiti tributari è una soluzione creata per permettere ai cittadini di uscire indenni in caso di azioni non intenzionali che abbiano causato l’inadempimento del debito.
La durata dei termini di questo istituto giuridico dipenderà dalla natura dei debiti tributari che hai contratto.
Inoltre, qualora il creditore abbia una dimenticanza prolungata in merito alla ricezione del pagamento da parte tua, possiamo parlare di inerzia. Con questa espressione intendiamo la volontà del creditore di abbandonare i diritti rispetto al rapporto giuridico formato con il debitore e di rinunciare – dunque – all’importo spettante.

Com’è disciplinata la prescrizione dei debiti tributari nel Codice Civile?

Dopo aver compreso il significato dei debiti tributari, dovremo analizzare come si verifica la prescrizione di queste obbligazioni.
Innanzitutto, questo istituto comporta l’estinzione di un diritto e ciò avviene quando il titolare non lo esercita per un periodo di tempo determinato dalla legge, come leggiamo nell’articolo 2934 del Codice Civile.
Di norma, questo fenomeno giuridico avviene con una cadenza decennale ed è disciplinato dall’art. 2946 c.c., ma il legislatore ha previsto anche le prescrizioni brevi e quelle presuntive.
Le prescrizioni brevi, dette anche ordinarie, sono regolate dagli artt. 2947-2952 c.c. e consentono l’estinzione del debito in un tempo ridotto ai cinque anni. Infatti, questo riguarda fenomeni che prevedono un pagamento semestrale o annuale.
Invece, le prescrizioni presuntive sono disciplinate dagli artt. 2954-2961 c.c. e con esse – dopo un arco di tempo stabilito per legge – il diritto di riscossione si presume estinto.
La ratio della normativa è la tutela del debitore nei casi in cui il pagamento del debito non preveda il rilascio della quietanza, come avviene nei rapporti di fiducia che instauriamo con professionisti quali medici e commercialisti.
Inoltre, l’estinzione del debito tributario può avvenire anche qualora il suo valore sia esiguo e dimentichiamo di conservare la quietanza per un periodo prolungato.
In questi casi, una volta che passa un breve periodo di tempo, presumiamo che il debito sia già estinto, così come il diritto di quest’ultimo.

Il fenomeno della prescrizione dei debiti tributari è molto diffuso.
Per analizzare quale sia il termine di prescrizione delle sanzioni, è opportuno verificare se il debito sia scaturito da una sentenza passata in giudicato, ovvero se sia trascorso un tempo che la renda inoppugnabile.
Nel caso in cui il debito tributario sia scaturito da una sentenza passata in giudicato – a norma della disposizione contenuta nell’art. 2953 c.c. – si applicano le norme dell’art. 2946 c.c.: di conseguenza, tutto l’ammontare del debito si prescrive nel termine ordinario di 10 anni.
Invece, i termini di prescrizione per un debito tributario scaturente da un qualsiasi atto di riscossione e quindi non derivante da una sentenza passata in giudicato prevedono un diverso procedimento. Infatti, è necessario verificare la natura dell’obbligazione tributaria e se sussistano specifiche disposizioni che prevedano una prescrizione dei debiti tributari più breve di quella ordinaria.

Differenza tra prescrizione dei debiti tributari e decadenza dei debiti tributari

Prescrizione e decadenza sono istituti giuridici spesso confusi perché simili, ma presentano delle differenze ben precise.
Innanzitutto, entrambe sono disciplinate dal Codice Civile, ma la prescrizione fa riferimento all’articolo 2934, mentre la decadenza all’articolo 2966.
Inoltre, entrambe le norme prevedono che il titolare del diritto possa esercitarlo in un determinato periodo di tempo dopo il quale se ne perde la validità.
La prescrizione e la decadenza si differenziano per la quantità di volte in cui si può arrestare temporaneamente l’istituto giuridico.
Infatti, mentre il termine di prescrizione può essere interrotto innumerevoli volte, il termine di decadenza è uno. Infatti, quest’ultimo istituto può essere sospeso solo in alcuni casi prescritti dalla legge, ma mai interrompersi.

Prescrizione dei debiti tributari: un esempio concreto

Se scadono i termini di pagamento del debito, quello che ti arriverà a casa sarà una multa che dovrai pagare in aggiunta alla somma dovuta al creditore.
Di solito, per riscuotere le tasse l’Agenzia delle Entrate adotta delle procedure in base all’entità del debito, fino ad arrivare al pignoramento dei beni.
Infatti, il mancato adempimento della cifra debitoria comporta un reato civile e al raggiungimento di importanti cifre, si entra nell’ambito del penale.
In questo caso, oltre alle sanzioni e agli accertamenti, si avvia la procedura penale – qualora si superi la soglia di indebitamento di 150.000€ – e a questa si aggiunge quella civile.
Innanzitutto, per estinguere il debito con l’Agenzia delle Entrate potresti adottare il cosiddetto “ravvedimento operoso”, che ti consente di pagare la somma di tua iniziativa ed è la soluzione meno costosa, perché permette di ridurre l’importo delle sanzioni.
Inoltre, se continui a non saldare il debito, riceverai dall’Agenzia delle Entrate un avviso bonario, che ti informerà sui mancati pagamenti dei tuoi debiti tributari.
Un ulteriore atto è la riscossione con cartella esattoriale o di pagamento, con cui l’Agenzia delle Entrate ti sollecita al pagamento della sanzione. Se ritieni di non dover pagare la quota che ti hanno addebitato, puoi richiedere un’ulteriore verifica attraverso la sospensione della cartella, con cui l’ente creditore analizzerà la tua condizione fiscale.
Nel caso in cui si verifichi un mancato pagamento della cartella esattoriale, avverrà un fermo amministrativo con cui ti sarà impedito di circolare con i mezzi mobili di tua proprietà per un periodo di tempo prescritto dalla legge.
Inoltre, un’altra sanzione in cui puoi incorrere è il pignoramento dello stipendio o della pensione: in questo caso, l’Erario può procedere con l’espropriazione forzata per importi pari a un quinto di una delle due entrate, se questi risultano superiori ai 5.000€ mensili. Questo atto decade se paghi il debito entro 60 giorni.
Infine, se la cifra debitoria che hai accumulato risulta essere superiore ai 120.000€ e l’ipoteca è stata inserita nei precedenti sei mesi, riceverai l’espropriazione dei beni immobili.