Lavorare come psicologo in Europa, consigli utili

In ogni paese della Comunità Europea vi è un percorso formativo diverso per diventare psicologo e psicoterapeuta. In Italia sono regolamentate entrambe le professioni mentre in altri è riconosciuta soltanto una delle figure. Vuoi lavorare come psicologo in Europa? Scopri qual è l’iter da seguire per ampliare le tue opportunità lavorative nel settore.

  • Riconoscimento dei titoli italiani all’estero

La prima cosa da fare per trovare lavoro come psicologo all’estero è verificare se il titolo conseguito in Italia è riconosciuto nel paese in cui intendi trasferirti. Solitamente per i paesi che fanno parte della comunità europea è consentita la facoltà di esercitare la professione in uno Stato membro diverso da quello in cui conseguito la qualifica professionale. L’unico discrimine è che la professione sia riconosciuta e regolamentata dallo Stato ospitante, questo aspetto vale anche per altre professioni come il fisioterapista ad esempio. Questo passaggio è importantissimo. In  alcuni paesi infatti la professione dello psicologo non è regolamentata e dunque pur avendo conseguito la laurea triennale in Psicologia non potresti comunque esercitare la professione nemmeno per prestazioni temporanee. Puoi ottenere informazioni aggiornate in diversi modi:

– se sei in Italia: contattando la rappresentanza diplomatica estera nel nostro paese;

– se sei all’estero: contattando il consolato italiano;

online: consultando il Database delle professioni regolamentate sul sito ufficiale della Commissione Europea. Basta inserire nel form il paese in cui hai conseguito la qualifica professionale, il paese in cui intendi esercitare la professione ed il tipo di professione. In pochi secondi hai tutte le informazioni in merito alle normative vigenti nel paese ospitante e la possibilità o meno di poter esercitare la professione all’estero.

H3: Sigmund Freud University: università europea di psicologia a Milano

Se il tuo obiettivo è lavorare come psicologo in Austria ti consigliamo la SFU di Milano. Sede italiana della Sigmund Freud University di Vienna consente ai suoi iscritti di ottenere un titolo austriaco che ha valenza anche in Italia. Molti psicologi di Milano hanno scelto questa strada e subito dopo la laurea, mediante una semplice procedura amministrativa, hanno potuto vagliare opportunità di lavoro non soltanto in Italia ma anche in Austria. Il tutto con estrema semplicità. 

  1. Il ruolo e le attività dello psicologo in Europa

Lo step successivo è recuperare informazioni in merito alle attività che puoi svolgere nel paese ospitante. In Italia la formazione di psicologo è regolamentata dalla legge. In alcuni paesi della Comunità Europea la professione potrebbe essere riconosciuta da associazioni di categorie o non essere affatto riconosciuta. Anche il tipo di attività dipende dalle normative vigenti nel paese ospitante. In Italia la professione è regolamentata dalla Legge 56/89 che indica specificamente il tipo di mansioni dello psicologo: “uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, il sostegno psicologico, l’abilitazione e la riabilitazione rivolti alle persone, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. Può lavorare nel settore privato, sociale e pubblico. Non può condurre psicoterapie e non può prescrivere psicofarmaci”. Per poter esercitare la professione oltre alla laurea triennale bisogna sostenere un tirocinio di almeno 6 mesi e superare l’Esame di Stato per l’iscrizione all’Albo dell’Ordine degli Psicologi. Situazione completamente diversa invece in Germania dove la figura dello psicologo non è regolamentata o ancora in Spagna dove per poter esercitare la professione non è richiesto il superamento dell’Esame di Stato ma soltanto l’iscrizione all’albo. Ecco perché è importante verificare oltre al riconoscimento dei titoli anche il ruolo e le mansioni dello psicologo nel paese in cui intendi trasferirti.

  1. Il fattore linguistico

La conoscenza della lingua del paese ospitante è un requisito imprescindibile per poter lavorare come psicologo. Questa professione richiede capacità di espressione e comprensione linguistiche elevatissime perché è un lavoro basato sulla comunicazione. I pazienti che prenderai in carico difficilmente parleranno italiano, dunque è necessario superare fin da subito l’eventuale barriera linguistica. Se non hai particolare familiarità con le lingue straniere, cerca un buon corso nella lingua di tuo interesse e allenati nella conversazione.

  1. Il background culturale

Altro aspetto da considerare è la cultura del paese ospitante. Ciò riguarda in primis la capacità di comprendere i pazienti e le relative problematiche. La cultura incide anche sulla percezione che la società ha della figura dello psicologo. In Italia ad esempio rivolgersi ad uno psicologo non è più un tabù ma non è detto che negli altri paesi accada lo stesso. Ciò influisce anche sul ruolo dello psicologo nel settore pubblico e privato. Prima di lanciarti in una nuova esperienza potrebbe essere utile perseguire un tirocinio formativo o esercitare la professione all’interno di associazioni di volontariato per conoscere le strutture operanti sul territorio, comprendere come funzionano e soprattutto a recepire i valori, gli usi, i costumi e le abitudini del paese ospitante.