E’ possibile ottenere un prestito per disoccupati? Chi non ha un lavoro è in grado di avere un finanziamento personale? E, nel caso, che alternative ci sono? In questo articolo andiamo ad approfondire il concetti dei prestiti per chi è senza un lavoro.
Si possono avere dei prestiti per disoccupati?
In linea di massima è molto complesso riuscire ad avere una risposta positiva, ad una domanda di prestito, se non si ha un lavoro con cui poter fornire delle garanzie adeguate.
Proprio il lavoro, che sia dipendente o autonomo (oppure la pensione) sono le condizioni fondamentali che banche e finanziarie chiedono dal momento in cui si è alla ricerca di un prestito personale. L’entrata mensile garantita da un posto di lavoro, da una pensione, o comunque da un’azienda di cui si è alla guida, sono la base da cui partire per il rimborso delle rate periodiche.
Chi non ha un lavoro, può lo stesso avere un prestito?
Bisogna distinguere da caso a caso. All’interno delle categoria dei prestiti per disoccupati, possiamo trovare le casalinghe, che in alcuni casi possono ottenere prestiti per piccoli importi (fino a 1.000 euro di solito) dietro la garanzia firmata dal coniuge.
Ci sono poi i prestiti per gli studenti universitari o dei master, con i quali è possibile finanziare il corso di studio e alcune delle spese ad esso collegate. In questo caso la garanzia viene fornita solitamente dall’università. Possono accedere a questo finanziamento solo gli studenti in linea con il piano di studio e che hanno un reddito familiare ISEE inferiore ad un certo minimo.
Esistono poi dei finanziamenti riservati a coloro che vogliono aprire una nuova azienda. In questo caso si parla di prestiti concessi a giovani o donne (quote rosa) per aprire un’attività economica e sono garantiti, a seconda dei casi, dalla Regione, dallo Stato o dall’UE.
Infine, ci sono i prestiti per disoccupati senza un garante, che sono di difficile ottenimento perché verrebbe a mancare sia il lavoro che un garante esterno (come un fidejussore).
Che possibilità alternative ci sono?
Sicuramente la prima alternativa è quella di affidarsi ai prestiti tra privati, che sono soluzioni che potrebbero essere più facili da richiedere in quanto esulano un po’ dai finanziamenti classici, uscendo fuori dal classico circuito di banche e finanziarie. Smartika e Prestiamoci sono i leader del settore in Italia.
Un’altra alternativa potrebbe essere quella di usufruire di una carta di credito, “moneta di plastica” che consente anche di prendere in prestito denaro a condizione di restituirlo, a scadenza, in una sola volta o a rate (pagando un certo tasso di interesse).
Ultima possibilità è quella di usufruire di un prestito garantito da pegno: in questo caso ci si rivolge ad un’agenzia di pegni, si dà un bene di valore che si possiede e si ottiene il corrispettivo in denaro, che deve essere restituito alla scadenza. Se il rimborso del prestito viene fatto, si rientra in possesso del bene, che viene altrimenti venduto all’asta.
Cosa fare se, a causa della mancanza del lavoro, il prestito viene rifiutato?
In questo caso si entra in una situazione un po’ delicata e bisogna pensare bene alla prossima mossa. Come si legge in questa guida al prestito rifiutato, bisogna tenere presente che:
- Bisogna studiare con attenzione il motivo del rifiuto e cercare di porvi rimedio;
- Non è possibile fare subito domanda di un nuovo prestito, ma occorre attendere almeno 1 mese (e non è detto che la nuova domanda venga accettata, se la propria situazione personale non è cambiata, l’esito sarà sempre negativo);
- Si può chiedere un aiuto economico ad amici e parenti (ma solo persone fidate);
- Si potrebbe far domanda presso una delle alternative suggerite in precedenza.