L’Unione Europea è al lavoro per vietare, all’interno dei suoi confini, la presenza di sostanze chimiche pericolose per l’uomo nei Moca, ovvero i materiali che si utilizzano solitamente a contatto con gli alimenti.
L’intervento della Commissione Ue ha come obiettivo quello di eliminare del tutto le sostanze come il bisfenolo A, o BpA, che venne trovato negli anni scorsi in alcuni controlli fatti sui cartoni delle pizze.
Il bisfenolo A contamina soprattutto i cartoni delle pizze ottenute con carta riciclata.
Una notizia che in parte solleva i consumatori italiani visto che le normative italiane vietano l’utilizzo di cartoni riciclati per la consegna a domicilio della pizza anche se, a dire il vero, non si possono dormire sonni del tutto tranquilli.
I cartoni riciclati, infatti, possono essere importati tranquillamente nel nostro Paese dai produttori europei.
L’inchiesta di Salvagente e la decisione della Commissione Ue
La presenza di tracce di bisfenolo all’interno dei cartoni per la pizza fu segnalata durante un test portato avanti da Salvagente, sito specializzato nel riconoscere le truffe ai danni dei consumatori.
La denuncia di Salvagente fu protagonista, nell’aprile 2019, di un’interrogazione parlamentare con l’eurodeputato Massimo Paolucci che chiese alla Commissione Ue di rivedere a livello europeo tutta la normativa sui requisiti essenziali degli imballaggi utilizzati per scopi alimentari.
La risposta arrivò dopo qualche mese, esattamente a giugno dello stesso anno, per bocca di Vytenis Andriukaitis.
Il commissario per la Salute e la Sicurezza alimentare dichiarò che la Commissione Europea avrebbe intrapreso tutte le valutazioni del caso per regolamentare al meglio il funzionamento dei materiali utilizzati solitamente a contatto con gli alimenti, tra cui anche quelli riciclati.
L’avvio della consultazione pubblica
La questione relativa alla sicurezza dei materiali impiegati negli imballaggi a contatto con gli alimenti, riguarda tutti coloro che consumano regolarmente cibi da asporto, come la pizza.
Negli ultimi anni, inoltre, è aumentato esponenzialmente il numero di persone che si servono i servizi di food delivery come quelli disponibili a questa pagina.
La Commissione Europea, per questo motivo, ha riconosciuto la gravità della faccenda e nel dicembre del 2020 ha avviato una consultazione con l’obiettivo di raccogliere il parere di cittadini e aziende.
La consultazione, avviata con l’obiettivo dichiarato di apportare le giuste modifiche alla regolamentazione dei materiali adoperati per gli alimentari, ha portato alla stretta che eviterà la presenza di sostanze pericolose per la salute dell’uomo all’interno di questi imballaggi.
La stretta in arrivo nel 2023
La stretta definitiva sulla presenza di sostanze nocive come il bisfenolo A, che può interferire in maniera massiccia con il sistema endocrino dell’uomo, è fissata a inizio 2023.
La contraddizione che riguarda nello specifico questa sostanza, ad esempio, sta nel fatto che è vietata la sua presenza all’interno dei biberon e delle carte termiche, ma che è consentita (anche se ancora per poco) proprio negli imballaggi che vanno a contatto con gli alimenti.
La Commissione Europea, se tutto andrà come previsto, dovrebbe terminare il suo lavoro di revisione e aggiornamento della normativa vigente negli ultimi mesi del 2022 per arrivare a inizio 2023 a una nuova norma in materia di sicurezza alimentare.
Gli obiettivi di quella che sarà la nuova regolamentazione sono soprattutto:
- riduzione della presenza e dell’uso di sostanze chimiche nocive per la salute dell’uomo;
- alzare il livello della sicurezza e della protezione della salute pubblica;
- sostegno all’innovazione e alla sostenibilità con lo studio di nuovi imballaggi riciclabili e riutilizzabili;
- utilizzo delle tecnologie più recenti per modernizzare il processo produttivo degli imballaggi a uso alimentare.
C’è attesa quindi per le nuove decisioni che verranno prese in questi mesi dalla Commissione Europea e che aumenteranno la sicurezza di tutti i consumatori abituali di alimenti da asporto.
Una situazione che però in Italia è già abbastanza sotto controllo visto che, come detto, i materiali riciclati, nei quali prolifera maggiormente il bisfenolo, sono vietati per legge.