Da dicembre 2019 è in corso un’importante novità, a livello europeo, che riguarda soprattutto il settore agricolo. Si tratta di regolamenti che disciplinano in maniera comune e univoca, per tutti gli Stati UE, la normativa sul rischio fito-sanitario, con misure che coinvolgono in modo diretto sia le importazioni che le esportazioni, nonché l’utilizzo di prodotti per contrastare i patogeni all’interno dello spazio dell’UE. Si tratta di una normativa che, in Italia e non solo, coinvolge soprattutto le aziende nel settore florovivaistico che sono chiamate a rispettare le nuove norme e se ritengono a dotarsi di un piano di azione e controllo per prevenire il rischio.
Stiamo parlando, in particolare, di due fonti di legge: il Regolamento UE 2016/2031 e dal Regolamento sui controlli ufficiali 2017/625. I due regolamenti sono stati sottoposti a ratifica da parte della Commissione Europea. La ratio: quella di migliorare la difesa contro i rischi fito sanitari all’interno dell’Unione Europea, un campo nel quale le norme comuni erano spesso scarse e poco coerenti, e che aveva bisogno di una puntuale normazione per la difesa della salute dei consumatori dell’UE.
A fare da traino rispetto all’adozione del Regolamento UE 2016/2031 e del Regolamento sui controlli ufficiali 2017/625 sicuramente anche la vicenda della Xylella che ha colpito direttamente l’Italia, ma anche di altri patogeni che hanno colpito piante da verdura o frutto all’interno dello spazio europeo. Vediamo meglio di che cosa si occupa questa nuova normativa, quali sono i fattori e quali sono le sue caratteristiche, e soprattutto che cosa comporta nella pratica l’adozione di questi due regolamenti.
Cosa dice la nuova legge?
Come apprendiamo dai responsabili di Lezio, uno dei più noti e-commerce di vendita piante online, nella norma è presente un elenco di specie considerate molto rischiose a livello fitosanitario per le quali è viene tassativamente vietata l’importazione.
In ogni caso, la normativa non riguarda solamente le piante, ma anche le tecniche di produzione. Ad esempio è vietato importare il suolo da parte di Paesi al di fuori dell’Unione Europea, perché anche nel substrato usato per la coltivazione si possono annidare comunque alcuni organismi patogeni che possono mettere a rischio la salute e l’incolumità pubblica.
Scopo della normativa è attuare la prevenzione contro la diffusione di organismi patogeni in Europa. La norma contiene anche la lista delle specie a rischio fito sanitario, che sono vietate dall’importazione.
Vi son per esempio l’acacia, acero, e altre piante.
Non cambia nulla per quanto riguarda gli obblighi che erano vigenti anche prima dell’entrata in vigore della normativa, ad esempio il passaporto delle piante. Tuttavia la nuova regola europea introduce una importante novità che consiste nell’obbligo di garantire la tracciabilità totale della produzione agricola. Ogni unità di produzione deve essere completamente tracciabile quindi deve essere possibile ricostruire in toto la sua storia, conoscere e controllare ogni operatore della filiera. Ogni passaporto della pianta, quindi, sarà anche dotato di una etichetta che consente di riportare il codice di tracciabilità. Laddove vi fosse la richiesta da parte dell’autorità competente, si potrà accedere al codice per poter ricostruire tutti i movimenti ed i soggetti interventi nella filiera produttiva, gli spostamenti della pianta, e via dicendo.
Fra le novità della nuova norma, la possibilità delle aziende che si occupano di produzione e importazione/esportazione di piante di dotarsi di un Piano di gestione dei rischi connessi agli organismi nocivi, per poter comunicare in modo rapido ed efficace con le autorità competenti le modalità di produzione e di contrasto di patogeni. Questo sistema permette alle aziende di snellire i controlli e di certificarsi rispetto all’uso di comportamenti idonei per prevenire il rischio fito-sanitario.