Normativa europea sulle sostanze nocive: ecco tutto quello che c’è da sapere

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NORMATIVA EUROPEA SULLE SOSTANZE NOCIVE:COSA C’E’ DA SAPERE.

All’interno dell’Unione Europea l’attenzione nei confronti della salute di coloro che si trovano in ambienti chiusi e qui svolgono qualsiasi attività è massima.

Quando parliamo di ambienti chiusi facciamo riferimento agli ambienti di lavoro, alle abitazioni ed ai luoghi dove vengono svolte attività ricreative.

Nello specifico l’Unione Europea ha redatto il documento “Verso una strategia per un ambiente urbano sostenibile (COM 2004-60) dove mette in evidenza gli elementi necessari per migliorare la qualità dell’ambiente umano.

Grazie a questa strategia comune rivolta alla salvaguardia dell’ambiente urbano, la Commissione Europea ha l’obiettivo quello di contribuire allo sviluppo sostenibile di aree urbane attraverso una politica ambientale ben definita.

Nello specifico sono quattro i punti fondamentali sui quali si basano le diverse misure adottate: gestione urbana, trasporti, edilizia e progettazione urbana.

Gli elementi che risultano necessari per migliorare la qualità dell’ambiente sono:

  • La qualità dell’aria negli edifici;
  • L’accessibilità;
  • I livelli di rumore;
  • Il comfort;
  • La qualità ambientale dei materiali e i costi del ciclo di vita dell’edificio;
  • La resistenza dell’edificio ai rischi ambientali.

Nel corso di questi ultimi anni l’inquinamento negli spazi chiusi ha assunto notevole importanza: numerosi studi hanno infatti confermato la relazione tra lo sviluppo di alcune patologie e la presenza in questi ambienti di sostanze nocive.

Tra le sostanze nocive individuate, la più pericolosa è considerata la formaldeide.

Questa viene utilizzata: nell’industria chimica per la produzione di moltissimi prodotti, come le resine sintetiche e alcune sostanze per pulire gli ambienti; nella produzione di alcuni materiali da costruzione, come i compensati, i truciolati ed i rivestimenti.

La formaldeide è presente anche negli spray antimuffa.

La maggior parte delle persone pensa a come eliminare la muffa acquistando prodotti commerciali a basso costo, ma alla fine non ottiene i risultati sperati. Oltre a non risolvere il problema della muffa, questi prodotti sono altamente tossici: la cosa migliore da fare sarebbe acquistare prodotti atossici ed ecologici che abbiano un livello di sostanze volatili (VOC) il più possibile vicino a zero.

Questo articolo vuole essere un mezzo per conoscere meglio quali sono le regole stabilite dall’Unione Europea  in merito alle sostanze nocive, nello specifico la formaldeide, per combattere l’inquinamento negli ambienti chiusi e migliorare la qualità della vita.

NORMATIVA EUROPEA

L’OMS, ovvero l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 1987 ha fissato un valore di qualità dell’aria di 0,1 mg/ m3 : se la formaldeide è presente nell’ambiente con un livello superiore a quello stabilito allora è possibile che si verifichino dei fenomeni di irritazione nelle persone esposte.

È stata inoltre stabilita l’esposizione media nell’arco di una giornata, considerando la quantità di tempo che le persone trascorrono in casa, al lavoro e all’aria aperta. In casa, per esempio, la concentrazione di aria respirata non dovrebbe mai superare i 0,03-0,06 mg/m3. Dal momento che la soglia di percezione di formaldeide è pari a 0,06 non deve essere considerato “sano”un ambiente in cui si percepisce l’odore di questa sostanza.

La Normativa Europea ha scelto di gestire il controllo dell’emissione della formaldeide attraverso le Norme ISO, che hanno valore a livello internazionale e devono essere recepite da tutti gli Stati Membri dell’Unione.

Nello specifico le norme ISO da prendere in considerazione sono: ISO 12460-1 (derivata dalla EN 717-1), 12460-2 (derivata dalla ASTM D 6007), 12460-3 (derivata dalla EN 717-2), 12460-4 (derivata dalla JANS 16) e 12460-5 (derivata dalla EN 120).

In Italia il recepimento della Normativa Europea è iniziato con il DPR n. 904 del 10 settembre 1982 “Attuazione della direttiva 76/769/CEE relativa alla immissione sul mercato ed all’uso di talune sostanze e preparati pericolosi”.

In un secondo momento la Circolare n. 57del Ministero della Sanità del 22 Giugno 1983 ha imposto come limite massimo di esposizione negli ambienti il valore di 0,1 ppm (0,124 mg/m3).

È con il DM del 15 aprile del 1994 che la formaldeide è stata inserita tra le sostanze inquinanti di interesse prioritario in Italia mentre, con il successivo Decreto Legislativo 351/99, è stata inclusa nell’elenco delle sostanze inquinanti disciplinato dalle direttiva dell’Unione Europea.

In Italia l’approvazione del DM 10 Ottobre 2008 ha fissato il limite di emissione di formaldeide nei manufatti in legno a 0,1 ppm ed è stato imposto il divieto di importare pannelli, semilavorati e prodotti finiti in legno con emissioni superiori alla certificazione E1.

Il Ministero nel 2009 ha introdotto una circolare rivolta alle autorità regionali dove venivano spiegati i procedimenti di prova, il tipo e la frequenza dei controlli, le dichiarazioni di conformità ed i ruolo di responsabilità della catena produttiva e commerciale.

Dal 1 Gennaio 2016, con l’applicazione del Regolamento (UE) 605/2014 che ha modificato il Regolamento (CE) n° 1272/2008 (CLP), la classificazione della formaldeide è stata cambiata: da “sospetto cancerogeno di categoria 2” è diventata “cancerogeno di categoria 1B”.

Dal momento che la formaldeide può provocare il cancro sono state introdotte alcune novità nel processo di valutazione del rischio chimico. Negli ambienti lavorativi il datore di lavoro ha l’obbligo di evitare o ridurre l’utilizzo di questo agente cancerogeno.

Nel caso in cui questo non sia possibile è necessario che il datore di lavoro faccia in modo che l’esposizione dei lavoratori sia ridotta al minimo possibile: questo chiaramente comporta un controllo sanitario maggiore e più frequente.