Breve guida ai dispositivi anti-abbandono

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I fatti di cronaca avvenuti in Italia ed all’estero negli ultimi anni ci hanno aperto gli occhi su un fenomeno drammatico: l’abbandono dei bambini in macchina, che spesso risulta fatale per i piccoli. Dimenticanze, burn-out, eccessivo stress e vuoti di memoria sono fra le cause principali che fanno sì che un genitore si dimentichi il figlio nella sua macchina, con conseguenze talora anche drammatiche. Secondo gli psichiatri si tratta di amnesia dissociativa, una patologia che ha come fattore scatenante lo stress o traumi e che comporta l’incapacità temporanea di ricordare cose importanti. Per questo il legislatore italiano è rapidamente intervenuto per disciplinare il tema dei dispositivi anti-abbandono, vale a dire di quei dispositivi che si impongono lo scopo di ridurre al minimo il rischio che un bambino sia abbandonato in macchina.

Dopo un fervido dibattito, la legge italiana ha introdotto rapidamente alla fine del 2019 la disciplina dei dispositivi anti-abbandono in macchina, obbligando – con decreto attuativo dell’ottobre 2019 – ogni conducente di veicoli immatricolati in Italia o all’estero e condotti da residenti in Italia ad avere a bordo i dispositivi anti-abbandono quando si trasporta un bambino di età inferiore ai 4 anni. La norma ha creato un po’ di panico ed anche confusione, sia per la presenza sul mercato di vari modelli di dispositivi antiabbandono che per la velocità con la quale la norma è entrata in vigore (ma le sanzioni sono per ora spostate all’anno prossimo). L’Italia è stato il primo Paese nel mondo ad adottare una normativa che obbliga gli automobilisti a dotarsi di sistemi per contrastare l’abbandono dei bambini.

Cosa c’è da sapere sui dispositivi anti-abbandono per non rischiare? Ecco qualche informazione utile che potete conoscere sul tema.

Le caratteristiche dei dispositivi anti-abbandono

Quali sono le caratteristiche base dei dispositivi anti-abbandono che non devono mai mancare quando scegliamo un prodotto di questo tipo? Possiamo riassumerle così:

  • Il dispositivo deve essere in grado di segnalare l’abbandono di un bambino con meno di 4 anni. La sua attivazione deve attirare l’attenzione del conducente, con segnali visivi e acustici percepibili dentro o fuori il veicolo.
  • Il dispositivo si deve attivare in modo automatico ad ogni utilizzo e non deve richiedere altre azioni da parte del conducente.
  • Il dispositivo deve dare un segnale di conferma dell’attrazione.
  • Se funziona a batteria, il dispositivo deve anche segnalare quando si sta per scaricare.
  • Il sistema deve funzionare per mezzo di sistemi elettronici e/o sensori.
  • Il dispositivo non deve alterare le caratteristiche di omologazione del sistema di ritenuta del bambino.

Sanzioni

La legge prevede delle pesanti sanzioni in caso di mancato uso dei dispositivi anti-abbandono, sanzioni che sono multe da 81 a 326 euro e decurtazione fino a 5 punti dalla patente. In caso di recidiva nei due anni successivi alla contestazione, si rischia la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi. Si tratta delle stesse sanzioni che sono comminate in caso di guida senza cinture di sicurezza.

Le sanzioni sono spostate al 6 marzo 2020, secondo le ultime informazioni, per lasciare tempo alle persone di adeguarsi alla normativa; da quel giorno se si circola senza dispositivi si rischiano queste pesanti multe.

Acquisto dispositivi anti-abbandono: incentivi

Molte famiglie si sono dimostrate preoccupate dall’esborso economico obbligatorio imposto dalla legge. Per questo motivo sono previsti incentivi per l’acquisto dei dispositivi anti-abbandono, per facilitarne al massimo la diffusione in Italia. Il Governo ha stanziato più di 16 milioni di euro dedicati agli incentivi per acquistare questi prodotti, si stima che il bonus sarà di circa 30 euro per accessorio ma comunque solo un quarto degli aventi diritti ne usufruiranno.