In periodi di crisi economica, ci si chiede spesso che cosa sono gli ammortizzatori sociali, quando si definiscono in deroga e soprattutto, quali sono le misure previste nel momento in cui tali sussidi vengono approvati.
Come abbiamo fatto intendere, gli ammortizzatori sociali sono dei sussidi economici che sono forniti a coloro che sono in difficoltà finanziaria. Nello specifico, essi sono erogati a quei lavoratori che non hanno più un posto di lavoro.
A definirli è il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il quale ha previsto tali aiuti economici, da destinare alle aziende che a loro volta dovranno ridimensionare la struttura relativa ai suoi dipendenti e al costo totale da destinare ad essi.
La finalità degli ammortizzatori sociali non è soltanto quella di fornire un sostegno economico, bensì di aiutare i lavoratori a trovare una loro occupazione. Nello specifico, un impiego che possa interessare i progetti speciali e innovativi raggruppati nel Welfare.
La gestione delle risorse economiche è affidata alla Direzione Generale, che a sua volta provvederà a distribuire tali risorse presso il Fondo Sociale Occupazione e Formazione, il cui acronimo sta per FSOF.
A quali categorie di lavoratori sono rivolti gli ammortizzatori sociali
Chiariti cosa sono gli ammortizzatori sociali, è bene specificare che tali sgravi contributivi o sussidi economici, sono erogati a quelle categorie di lavoratori che essendo disoccupati, si trovano in uno stato di debolezza o addirittura, esclusione sociale.
Nella maggior parte dei casi rientrano in questa fascia soprattutto donne e giovani. Inoltre, a carico del FSOF (Fondo Sociale Occupazione e Formazione), vi sono soci di cooperative, giornalisti, lavoratori esposti all’amianto e così via.
Cosa significa “ammortizzatori sociali in deroga”, facciamo chiarezza
Quando si definiscono in deroga gli ammortizzatori sociali? Essi, sono dei trattamenti inerenti a dei contributi economici, ma riservati esclusivamente temporaneamente oppure, tramite delle normative ben specifiche.
I sussidi in questione possono essere erogati a soggetti che non sono inclusi nella tutela ordinaria nel momento in cui si verificano eventi quali, la sospensione del rapporto di lavoro oppure l’interruzione di esso.
Quanto alla durata degli ammortizzatori sociali in deroga, essi non possono oltrepassare i 12 mesi, indipendentemente che si tratti di provvedimenti di concessione oppure se sono già in essere degli accorti territoriali.
Dal 2011 ad oggi, è attiva la mobilità in deroga. Si tratta di alcuni accordi governativi, la cui durata non supera i 12 mesi. Il requisito indispensabile è avere una anzianità aziendale di un numero minimo di 12 mesi, purché sei di mansioni lavorative effettivamente svolte.
Diverse tipologie di ammortizzatore sociale
Tuttavia esistono diverse tipologie di ammortizzatori sociali. Ad esempio la cassa integrazione per quei lavoratori che hanno perso l’impiego nel settore edile, l’indennità di disoccupazione per sopperire al licenziamento senza alcuna giustificazione, oppure ricorrendo ai contratti di solidarietà difensivi, evitando di perdere il lavoro riducendo le ore e venir incontro all’azienda in difficoltà.
Una delle indennità sociali maggiormente preferite, è la cosiddetta mobilità. Si tratta di un ammortizzatore sociale interessante, poiché l’obiettivo è quello di re-inserire il lavoratore che in tempi precedenti ha perso la sua occupazione.
Il requisito più importante è che egli sia iscritto nella lista di mobilità in possesso dell’ufficio della Regione italiana di corrispondenza. In questo caso, occorrerà anche una certa anzianità aziendale, rispettando i 12 mesi maturati dall’ultima volta che lavorato, e sei mesi di lavoro effettivo.
La durata dell’ammortizzatore sociale in questione (di mobilità), dipende non solo dalla sua posizione geografica del lavoro. Ma anche dal tempo effettivo che il lavoratore è stato impiegato in una determinata azienda, fino a quando non è stato licenziato.