Nel momento in cui un genitore viene a mancare quali sono i debiti che i figli rilevano e quali creditori andrebbero pagati?
Nel momento in cui una persona passa a miglior vita, sia che questa abbia fatto testamento sia che non lo abbia fatto, tutti i debiti vengono trasferiti ai propri eredi: più semplicemente, le obbligazioni vengono ripartite proporzionalmente tra i soggetti che hanno acquistato una parte di eredità. Il creditore, dunque, non può chiedere il pagamento ad un unico soggetto (regola della responsabilità solidale) ma, è tenuto a rivalersi ad ogni erede in base alla percentuale ad egli spettante.
Inoltre, nel caso in cui il creditore sia il Fisco, le regole sono leggermente diverse e dopo vi spiegheremo come e perché.
Cosa significa debito ereditario?
Per debito ereditario si intende quello lasciato da un defunto al momento del suo trapasso. Esso comprende sia l’ammontare della somma capitale che eventuali interessi (la cui maturazione continua anche in seguito alla morte del debitore).
Alcuni esempi sono: le spese condominiali, utenze non pagate, mutui stipulati e quindi le relative rate non versate.
Anche la fideiussione fa parte dei debiti fiscali dei genitori che ricadono sui figli i i quali possono recedervi solo ed esclusivamente nei modi e nei termini indicati nel contratto, ove possibile.
Quali sono i debiti che gli eredi sono obbligati a pagare?
Secondo una sentenza della Cassazione, alla morte del contribuente, i debiti che passano agli eredi sono:
- Iva
- Imposte sull’abitazione
- Bollo auto
- Canone Rai
- Debiti con i privati
- Imposta di registro
- Mutui e relative rate non versate
Sono esclusi dall’elenco sanzioni stradali del defunto.
Nel caso in cui in fisco, decida di procedere con un pignoramento dei beni per recuperare le somme che gli spettano di diritto, può attingere solo ed esclusivamente ai beni che sono passati in successione agli eredi e non a quelli di cui era già proprietario in precedenza.
Se una cartella contiene più multe e sanzioni oltre che tasse ed altre tipologie di debiti, è compito del Fisco calcolare l’esatto ammontare della cifra dovuta, sottraendo le porzioni non imputabili. Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, il contribuente è tenuto a rivolgersi all’agente di riscossione richiedendo lo sgravio delle sanzioni al fine di procedere al saldo di quanto dovuto entro 60 giorni dalla notifica della cartella.