Agenda digitale: il ritardo delle piccole imprese italiane

Linee guida Europee dell’agenda digitale

Considerata ormai unanimemente uno dei pilastri della strategia digitale 2020, l’agenda digitale Europea è finalizzata a indicare i principali obiettivi di crescita dell’Unione Europea, facendo leva sul potenziamento delle tecnologie d’informazione e comunicazione (ICT).

Lo scopo è quello di favorire la crescita e il progresso economico di un mercato sempre più digitalizzato, sviluppando una base forte e concreta e promuovendo gli interessi delle PMI. La solidità, la competitività e lo sviluppo finanziario dipendono da un’adeguata programmazione del mercato digitale che attualmente sta diventando il punto di forza dell’economia.

Le principali linee guida europee dell’agenda digitale puntano su alcuni aspetti, che sono:
• rafforzare la coesione dell’Unione Europea;
• incentivare ogni aspetto della rivoluzione digitale;
• valorizzare il ruolo delle PMI;
• migliorare la cooperazione tra le imprese;
• ridurre la frammentazione tra le PMI;
• garantire condizioni di equa concorrenza;
• promuovere e attuare l’agenda digitale 2030;
• stabilire un definito ordine di priorità.

Ritardo di digitalizzazione delle imprese italiane

In base a numerose ricerche di mercato che indagano sul tasso di digitalizzazione delle imprese italiane, i dati che ne derivano sono piuttosto sconfortanti dato che tali valori si assestano sul 54%. È evidente che esiste un ampio margine di potenzialità non ancora sfruttato al meglio e che pertanto sarebbe auspicabile utilizzare per migliorare le strategie di digital marketing.

Il problema deriva dall’impostazione delle stesse imprese che, in molti casi, non hanno ancora compreso l’importanza di raggiungere i potenziali clienti mediante internet. Soltanto il 33% delle PMI possiede un sito web e unicamente il 57% gestisce una pagina Facebbok che, molto spesso, non viene aggiornata correttamente.

Succede che gli imprenditori, che di norma non hanno tempo per seguire questi importantissimi strumenti di digital marketing, non intendano neppure affidarne la gestione ad esperti del settore. Si tratta di un problema culturale poiché i mezzi disponibili sono anche gratuiti oppure richiedono costi decisamente irrisori a fronte di un rientro economico molto vantaggioso. Basti pensare all’aspetto della geo-localizzazione, responsabile di un notevolissimo aumento del business per le PMI, tra cui ad esempio le strutture d’accoglienza durante il periodo di ferie.

Ruolo e vantaggi della digitalizzazione delle PMI

La digitalizzazione in Italia è in netto ritardo rispetto ad altri paesi Europei che hanno compreso i numerosi vantaggi di questa strategia di marketing. L’economia del nostro paese rischia pertanto di perdere troppe transazioni in quanto non è in grado di ottimizzare i mezzi digitali attualmente disponibili. Il processo di digitalizzazione economica ha attraversato varie tappe, iniziando dalla progressiva diffusione dei computer, per poi esplodere con l’impiego massiccio degli smartphone.

La stragrande percentuale di consumatori ad oggi preferisce servirsi di internet sia per documentarsi prima di un acquisto, sia per portarlo a termine, bypassando i negozi fisici. Il così detto “salto digitale” potrebbe far aumentale il Pil del 7%, portando l’indice Italiano di digitalizzazione al pari di quello delle industrie tedesche, secondo alcune ricerche del Politecnico di Milano. I mesi del lockdown si sono rivelati estremamente significativi dal punto di vista economico in quanto hanno evidenziato come soltanto le realtà commerciali presenti in rete non abbiano subito perdite economiche.

Pur essendo stata una contingenza eccezionale che ci si auspica non costituisca la normalità, si è trattato comunque di una situazione significativa per l’economia Italiana. Nel settore degli e-commerce è emerso che soltanto il 10% delle PMI possiede un proprio sito, nonostante l’evidenza che il commercio online funziona come si nota dai fatturati di alcuni colossi commerciali on-line, come Amazon ed eBay.

Prospettive economiche per le PMI

Un concreto sforzo di digitalizzazione da parte delle PMI, anche sfruttando meglio e maggiormente il rapporto con la pubblica amministrazione, potrebbe portare a risultati molto vantaggiosi. L’esperienza dimostra che le imprese più resilienti sono proprio quelle già digitalizzate e quindi in grado di sfruttare in maniera ottimale le potenzialità delle tecnologie in rete.

A questo proposito sarebbe auspicabile la formulazione di un manifesto programmatico per minimizzare il divario di digitalizzazione con i paesi Europei, in particolare con Germania, Spagna e Francia. È chiaro che servirebbero notevoli investimenti su programmi digitali, oltre che un cambiamento di mentalità da parte delle PMI che dovrebbero convincersi della reale portata di tali scelte economiche.

Bisogna tenere conto di come non sia sufficiente sviluppare un sito web oppure gestire i canali social, ma sia necessario un impiego congiunto di tutti gli strumenti disponibili in rete.

L’agenda digitale si inserisce a ragione nell’approccio omnicanale e nell’analisi dei dati-clienti che costituiscono i principali supporti per impostare una corretta strategia di digital marketing.

I percorsi d’acquito attualmente (e da un certo tempo) si realizzano prevalentemente su internet e pertanto il marketing digitale è diventato un tassello indispensabile per incentivare il giro d’affari e per aumentare la propria brand awareness, con l’obiettivo finale di raggiungere nuovi target.