Cè chi è già un cliente di un rivenditore di cannabis light, c’è invece a leggere il nome non sa bene di cosa si parli, eppure la Cannabis Light potrebbe diventare una risorsa economica importante per l’Italia.
Almeno secondo le ricerche di Davide Fortin, ricercatore della Sorbona di Parigi e del Marijuana Policy Group di Denver, centro studi che ha fornito consulenza a molte istituzioni riguardo le leggi sul consumo di cannabis, come nei casi delle legalizzazioni in Canada.
Secondo le ricerche di mercato di Fortin, il business della Cannabis Light varrebbe in Italia 44 milioni di euro all’anno. E si parla di “un fatturato minimo”. Inoltre genererebbe almeno un migliaio di posti di lavoro fissi, tra grow shop e filiera produttiva (che ha a sua volta, ovviamente, una grande componente di stagionalità, generando altro lavoro nel settore agricolo). Lo studio però fa una premessa: questi numeri, e altri più in alto, si raggiungerebbero solo se in Italia ci fosse una legislazione ad hoc. Un’occasione ghiotta anche per lo Stato che, regolamentando il settore, metterebbe in cassa almeno 6 milioni di euro l’anno in più.
Insomma, cifre che sono abbastanza prudenti e non descrivono nemmeno la situazione più rosea, ma che dopo anni di crisi e attività in discesa, darebbero una bella dose di incoraggiamento all’economia Italiana, valorizzando una filiera storica, quella della canapa, e portando benefici flussi nei disastrosi conti pubblici.
Quanto vale la Cannabis Light attualmente?
Lo studio di Fortin è stato richiesto esplicitamente da EasyJoint, il primo brand Italiano di Cannabis Light. Le intenzioni di EasyJoint sono quelle non solo di fare business con la cannabis light, ma di aprire la strada ad una successiva legalizzazione. Accanto a questo altri e-shop di qualità come Weedee.it, portavoce di una filosofia incentrata sui benefici del prodotto a livello di benessere, relax e condivisione.
Il valore di mercato attuale dei prodotti di Cannabis Light, senza un quadro normativo specifico, è difficile da stabilire. Per questo motivo i player del mercato si stanno muovendo finanziando studi e richiedendo incontri con le istituzioni, in modo da regolamentare un settore ghiotto ma al momento, confuso.
Si sta assistendo ad una fioritura (sembra proprio il caso di dirlo) di grow shop e di brand che distribuiscono cannabis light Italiana o Svizzera (Paese in cui la Cannabis Light è nata). Nella sola Svizzera, secondo stime (anche queste, molto prudenti) del Governo Elvetico, il mercato della Cannabis Light valeva intorno ai 30 milioni di dollari.
Ovviamente non tutti i brand hanno la stessa filosofia. Mentre Easy Joint pur al momento vendendo “cannabis tecnica italiana” con quantità irrisorie di THC, ottempera a quanto la legge italiana prevede (o non prevede, visto che sulla cannabis light, mancano i divieti ma non ci sono nemmeno esplicite norme), dall’inizio si propone come apripista per una legalizzazione della Cannabis anche con dosi di THC psicotrope, altri la vedono diversamente.
Ad esempio la cannabis light acquistabile sul sito di Weedee si inserisce in una filosofia tutta incentrata sulla salute, sul benessere e quindi sui benefici dell’altro Cannabinoide, quello di cui la Marijuana Light è ricca: il CBD, un potente antidolorifico, antinfiammatorio, rilassante e ansiolitico naturale con zero effetti collaterali.